Il secondo viaggio in Scozia – 1° parte

Questo secondo viaggio [e per ora l’ultimo, purtroppo] nasce, a differenza del primo, dalla mia esigenza di tornare su sacro suolo scozzese.

Devo fare una piccola premessa:
A ottobre del 2019 la professoressa di inglese di Diana ha organizzato un’incontro informativo per i genitori, illustrando il suo consueto viaggio “vacanza-studio” per i ragazzi: per due settimane, l’estate successiva, la loro meta sarebbe stata Edimburgo!

Le info [e la meta] erano molto interessanti e così, io e Mirko, abbiamo deciso di iscrivere Diana: un viaggio-studio a 11 anni è un’opportunità fantastica, e che occasione migliore per tornare nella città che l’ha colpita così tanto!

Sull’onda dell’entusiasmo [e soprattutto considerando che le date del viaggio di Diana sarebbero quasi coincise con le nostre ferie] sono riuscita a convincere Mirko a partire anche noi, andando a beccare 7 giorni all’interno dei 14 di Diana.
Ci ho messo un po’ a convincerlo, ma dopo settimane di “mi, mo, ma, boh, non so” gli ho detto: “senti, io vado. È un’occasione da prendere al volo: Diana è già là, e la prof ha detto che potremmo anche vederci una mezza giornata. Sono passati 5 anni dal primo incontro con Edimburgo e lo sai bene che non ho smesso di pensarci un giorno! Se tu non vuoi vado anche da sola, ma io faccio click e prenoto il volo!”
Casualmente mi ha detto di prenotare due posti… ho vinto! 😎

Purtroppo sappiamo bene cosa è esploso giusto qualche mese dopo, e la conseguenza è stata la cancellazione del viaggio-studio.

Abbiamo aspettato fino all’ultimo momento per cancellare la nostra prenotazione [tanto non sarebbe cambiato nulla a livello di perdita economica] per seguire l’andamento della pandemia e i cambi di rotta dei vai governi sulla quarantena e compagnia varia.
Non sto a dire la depressione che è piombata su di me… ho pianto, dalla tristezza e dalla rabbia ho pianto.

Poi la notizia: pare che da metà luglio venga tolta la quarantena per chi arriva nel Regno Unito dall’Italia. E la speranza divampa [per citare il mitico Gandalf!].
Attendiamo febbrilmente la conferma ufficiale, che arriva! In due e due quattro, ci diciamo “Ok, andiamo lo stesso. Staremo attentissimi, ci saranno restrizioni e alcune cose non potremo farle, ma andiamo lo stesso” e aggiungiamo, alla velocità della luce, il posto in aereo di Diana alla nostra prenotazione RyanAir.
Non abbiamo la stessa fortuna con l’alloggio [che resterà chiuso e ci invia un voucher di pari importo da utilizzare l’anno seguente], sicché ci buttiamo nella ricerca di una camera famigliare in hotel.
Troviamo posto al Hampton by Hilton, in Fountainbridge a 10-15 minuti a piedi dal centro… perfetto, click!

Ahhhh non ci credo, si fa!! Ancora un paio di settimane e si parte!

3 agosto 2020
È il gran giorno, non sto nella pelle!
Abbiamo il volo nel tardo pomeriggio, alle 18.45, quindi stamattina abbiamo tutto il tempo di preparare i nostri zaini.
Nonostante questa volta stiamo via più giorni, abbiamo pensato di evitare le valigie ed utilizzare gli zaini da montagna molto più pratici, soprattutto in vista dell’ultimo giorno: dovremo lasciare l’hotel alle 10 e il volo ci sarà di sera… perché girare per la città trascinandoci dietro un trolley? Meglio uno zaino in spalla e via!
Anche questa volta, il mio buon papà ci accompagna in aeroporto. Un abbraccio e l’ennesima raccomandazione [sì papà tranquillo!!] al kiss&ride ed entriamo, pronti per il check-in [questa volta leggermente più “complesso” a causa dell’aggiunta di un minore alla nostra prenotazione].

Atterriamo verso le 20.30… finalmente siamo tornati!

Vediamo che i baretti e i ristoranti dell’aeroporto sono chiusi, e andiamo direttamente fuori alla ricerca di un taxi. Il gentilissimo tassista prende nota dell’indirizzo mentre noi saliamo e carichiamo gli zaini. Diana e Mirko prendono posto nei sedili “alla dritta”, mentre a me tocca il sedile singolo “al rovescio”, spalla a spalla col tassista… viaggio al contrario, ma guardo avidamente dal finestrino contenta di riconoscere la strada.

Il taxi ci lascia davanti alle porte automatiche girevoli dell’hotel. Ringraziamo, lasciamo la mancia a caso [scusa amico, ma non siamo pratici!] ed entriamo nella hall.

Abbiamo prenotato tramite Booking.com e nella descrizione della struttura c’era scritto che il personale avrebbe parlato anche la nostra lingua… e in effetti, alla reception, c’è una ragazza dai folti capelli ricci che ci accoglie con un “ben arrivati”! Ammetto di aver creduto poco a Booking, quindi un po’ sorpresa ringrazio e ricambio il saluto. Le dico già che saremo il suo incubo, approfittando spudoratamente del fatto che parla italiano! Lei gentilissima si presta volentieri. Inutile dire quanto sia stata preziosa per noi!

Sbrighiamo la solita ma veloce burocrazia, prendiamo le chiavi elettroniche e saliamo in camera per lasciare gli zaini. Ci rinfreschiamo velocemente e scendiamo di nuovo in reception… non nasconderti amica, abbiamo già il primo quiz! 😅

“Siccome sono già le nove e tre quarti…” [ogni riferimento è puramente casuale… ⚡️] “… puoi indicarci un posticino dove mangiare qualcosa, per favore?”
E così ci dà due dritte su quale strada prendere per trovare locali aperti.

Siamo affamatissimi e, anche se non è cucina locale, ci infiliamo dentro al primo ristorante che troviamo sulla nostra via, il Toro Latino Cafe & Grill.
Signori, la picanha più buona che abbiamo mai mangiato!

Coi panzotti pieni, torniamo in hotel per una doccia come si deve e tanta nanna.

4 agosto 2020
Sveglia alle 7, ci prepariamo per scendere a far colazione: col problema “covid” l’hotel ha organizzato la colazione a scaglioni orari [alle 7, alle 8 e alle 9], rilasciando dei biglietti di colore diverso in base all’orario scelto, da consegnare giornalmente al personale della sala colazioni.

Ci mettiamo in fila, ma siamo davvero in pochi, per la consegna del bigliettino e lì ci accoglie una signora simpaticissima e chiacchierona. Ci chiede come stiamo, come abbiamo passato la notte, di dove siamo [“ohhh Italy, wonderful!”], se sappiamo come funziona il servizio colazione riadattato alla situazione. Al nostro “no”, ci spiega tutto: il percorso a senso unico parte dalla macchina per le bevande calde e dal dispenser di succo d’arancia, poi si passa alla frutta fresca, alle brioches e yogurt confezionati, burro e marmellata in monodose, porridge in scatola [fiocchi d’avena a cui aggiungere acqua calda], per poi passare al banco dove vengono serviti panini con salsiccia o bacon e uova sode.
Il tono della sua voce si intristisce appena, mentre si scusa per il servizio così minimale e ci racconta come sarebbe ben più ricco il buffet normalmente.

La ringraziamo per tutte le info [ma soprattutto per aver parlato lentamente e chiaramente! 😅] e ci lanciamo all’avventura: Diana assalta il succo d’arancia e, senza indugio, a prendersi un panino con la salsiccia [menomale che dice sempre di non poter vivere senza biscotti!]; io e Mirko valutiamo due secondi, abituati come siamo alla colazione dolce, ma… eh che cavolo, proviamo ‘sto panino col bacon! Due caffè, panini e andiamo al tavolino. Buonissimo!

Come primo giorno abbiamo pensato di passeggiare per la Old Town e rivivere i ricordi del primo viaggio.
Dall’hotel ci dirigiamo verso il centro e arriviamo a Grassmarket, risaliamo la bellissima Victoria Street e ci rifermiamo a sbavar… ehm… ammirare le vetrine dei negozi a tema Harry Potter e ci ritroviamo sul Royal Mile. Risaliamo il miglio reale verso il castello [questo tratto si chiama Lawnmarket. Il miglio è suddiviso in 4 tratti: partendo dalla spianata del castello di Edimburgo troviamo il primo tratto chiamato Castle Hill, poi Lawnmarket, High Street e infine Canongate, al termine del quale troviamo poi Holyrood Palace.] per godere della vista dalle mura della Esplanade, poi iniziamo la nostra prima missione: entrare in ogni close! Bello o brutto, corto o lungo, chiuso o aperto, scale o meno, vogliamo vederli tutti!

Dopo la lunga “vasca” sul miglio reale e i suoi vicoli, torniamo indietro per infilarci in Cockburn Street, altra bellissima via ricca di negozi, ristoranti e bar. Ma prima uno scatto del Royal Mile con la casa di quel simpaticone di John Knox [teologo scozzese, introdusse la Riforma Protestante in Scozia e fu grande antagonista della regina Maria Stuarda].

Giriamo e rigiriamo infilandoci ovunque, e questo camminare stimola l’appetito… controlliamo l’ora e, ridendo e scherzando, s’è fatta ora di pranzo. “Dove andiamo?” e ci ricordiamo di quegli hamburger fantastici mangiati 5 anni prima.
E ritorniamo pur sul Royal Mile da Burgers and Beers Grillhouse! 😋

Ristorati da un bel paninozzo con immancabile birrino, decidiamo con calma dove andare adesso… “una delle classiche vedute del castello? possiamo andare al Vennel” propongo.
“Ok” dice Mirko “e dov’è?”
“Dobbiamo tornare a Grassmarket”.

Paghiamo, usciamo e ci dirigiamo alla bella piazzetta scendendo da Victoria Street… sempre bella, non stanca mai!
Attraversiamo Grassmarket e, dall’altra parte della strada, vediamo la nostra meta: una scalinata molto bella, con corrimano centrale e lampioncini neri… The Vennel!
Arrivati quasi in cima, ci voltiamo per ammirare il castello. Non ci siamo solo noi e il “punto tattico” per la classica inquadratura è occupato… ci accontentiamo di una foto un po’ meno bella, ma l’importante è fissare tutto nella memoria.

Proseguiamo la salita e ci fermiamo subito dopo, in Heriot Place, dove tento un altro scatto al castello.

Giriamo a sinistra in Lauriston Place e finiamo davanti ai cancelli della George Heriot’s School… bellissima e imponente. Sbirciamo un pochino, fantasticando di scope volanti e pozioni nei sotterranei 🤩

Poi prendiamo Forrest Road per tornare verso il centro, che attraversiamo per arrivare ai giardini di Princes Street.
Sempre meravigliosi, solitamente più affollati, sono quasi vuoti: qualche gruppetto di ragazzi è sdraiato sul prato, turisti come noi passeggiano e fanno foto. Ma è tutto molto tranquillo, ed è ancora più bello!

Eccoci ora davanti alla Ross Fountain: devono averla restaurata in questi ultimi anni perché la prima volta che siamo venuti, nel 2015, era tutta dello stesso colore (simil ottone), mentre ora è un tripudio di turchese, marrone e oro.
Sarò strana, ma a me piaceva di più prima!

“Sono un po’ stanchina…” Hai ragione Diana, anch’io inizio a sentire le zampe stanche… camminiamo da tante ore e, nonostante starei in giro in continuazione, il pomeriggio sta passando: prendiamo la via di ritorno all’hotel, così ci fermiamo da Tesco [mitico!] che è sempre sulla Fountainbridge, e andiamo in camera a farci tutti una bella doccia ristoratrice.

Ma prima di uscire dai giardini, verso Lothian Road, ci sorprende la Parish Church of St Cuthbert, con il suo bellissimo cimitero… che chicca! Mi prendo [seppur velocemente] il tempo di un paio di scatti. Ora possiamo andare! 😊

Tappa al supermercato Tesco per tre tramezzini e tre bottigliette di acqua e la cena è assicurata!

La stanza dell’hotel è davvero bella ma [con un letto matrimoniale, uno singolo, scrivania con sedia e mobiletto] un po’ strettina, ci organizziamo in una simpatica turnazione: uno va in doccia, uno mangia alla scrivania e l’altro riposa i piedi sul letto… eeeee cambio!! 😁

Buonanotte amori miei e sogni… scozzesi!!!

5 agosto 2020
Solita sveglia alle 7, lavati e vestiti scendiamo a fare colazione. Ci è proprio piaciuto il panino di ieri, così oggi bissiamo!

La meta di oggi è il famosissimo e pluri-fotografato Dean Village, con l’intenzione di infilare il percorso che porta fino al porto [che gioco di parole! 😁], la Water of Leith Walkway.
Dico “intenzione” perché purtroppo ci aspetterà qualche transenna, a chiudere dei tratti del percorso perché inagibili a causa delle piogge.

Ma andiamo con ordine…

Armati di k-way a portata di mano, di macchina fotografica e soprattutto di tanta curiosità, iniziamo a scarpinare verso il nostro obiettivo. Questa volta non ci dirigiamo verso il centro, ma tagliamo attraverso il quartiere Haymarket e in una ventina di minuti imbocchiamo Belford Road.
Da qui intravediamo delle basse e rosse costruzioni e acceleriamo il passo e prendiamo Belford Mews: un stradina acciottolata che gira attorno a questo filare di abitazioni particolari e davvero carine! Giriamo un po’, ma la strada si rivela chiusa [pensavamo si collegasse al resto della zona]: un paio di foto e torniamo sulla Belford Road. Proseguiamo per poche decine di metri e vediamo che la strada si sdoppia. Noi teniamo la strada di sinistra, quella in discesa, che subito dopo prende il nome di Hawthornbank Lane… e qui sì che inizia la magia!

Sembra veramente di entrare in un altro, piccolo, mondo… lontano dal via-vai del centro, dal vociare della gente che cammina per strada, dal traffico. Come fossimo entrati in un teatro, alle nostre spalle resta chiusa fuori la città e noi ci ritroviamo in questo spettacolo di villaggio.

Percorriamo ogni stradina e anfratto possibile, ammirando i diversi stili architettonici delle abitazioni. Arriviamo poi vicino al fiume, dove il ponticino in ferro [dal quale si può ammirare il classico panorama immortalato dai più] che collega le due sponde del fiume è purtroppo chiuso.
Ma qui si scatta ugualmente, non ci facciamo mica intimidire da così poco!!

Ciò che colpisce maggiormente è di certo la grande costruzione di arenaria rossa sull’altra sponda, Well Court, che si affaccia prepotentemente sul fiume con le sue finestre a golfo che, personalmente, mi fanno impazzire!

Bene, è tempo di trovare un altro punto per attraversare il fiume! Eh sì perché in Well Court c’è altro da vedere oltre all’esterno!

Ed eccolo là, un magnifico ponte di pietra sul Dean Path.

Attraversato il ponte, ci dirigiamo all’ingresso della corte già sapendo cosa ci aspetta… ma dal vivo è sempre un’altra cosa! Che meraviglia! Osservando il cortile interno, con lo stenditoio al centro, ho la sensazione di captare con la coda dell’occhio figure di donne intente a stendere i panni lavati… un flash dal passato!

Girovaghiamo ancora un po’ nella tranquillità di questo posto, poi andiamo alla ricerca delle indicazioni del percorso alternativo per la Water of Leith Walkway… sì perché, come anticipato, abbiamo notato transenne e cartelli provvisori di deviazione del percorso.

Qualche minuto di camminata ed eccoci ad imboccare la nostra via, Miller Row, che ci porta sotto al Dean Bridge… wow!

Proseguiamo sempre più circondati dalla natura, e ci imbattiamo in un monumento particolarmente interessante: la targa recita “St Bernard’s Well” [Pozzo di San Bernardo]:
La statua di quella che sembra essere una divinità greca è circondata da otto imponenti pilastri e poggia su uno dei segreti meglio custoditi di Edimburgo: una sorgente che si dice sia in grado di curare tutti i tipi di disturbi.
Cavolo, con tutti i miei acciacchi mi ci dovrei proprio tuffare dentro!

Poco più avanti, una magnifica scalinata ci riporta al livello stradale sul St Bernard’s Bridge alle porte del quartiere Stockbridge [eh sì, proprio dove abbiamo alloggiato la prima volta che siamo venuti a Edimburgo]. Sempre seguendo le indicazioni, continuiamo a percorrere la walkway per arrivare fino al porto, tra tratti su strada e tratti immersi nella natura, fino ad arrivare al St Marks Park dove abbiamo avuto un’incontro ravvicinato con un animale ferocissimo… uno scoiattolo! 😂

[Breve parentesi per sottolineare la mia passione sfrenata per gli scoiattoli: li adoro!!!]

Durante il percorso ci imbattiamo in qualche altra deviazione, ma la peggiore di tutte è stata alla fine di un luuungo rettilineo dove ad aspettarci c’era un simpatico cartello che ci rimandava indietro…
E va beh, andiamo pure!

Finalmente [e ormai è ora di pranzo!] siamo arrivati a Leith, e devo dire che è davvero un bel vedere: il fiume, costeggiato da palazzi e abitazioni, scorre dolcemente verso il mare [che sappiamo essere là in fondo, dritto davanti a noi, ma che ora è ancora nascosto dalle costruzioni]. La riva di destra, The Shore, è costellata di ristorantini invitanti [che servono naturalmente specialità di ottimo pesce] e pub tradizionali.

Noi non siamo affamati, di più! Passeggiamo guardando velocemente i menu esposti fuori dai locali e, contemporaneamente, cercando info e recensioni su Google per andare “a colpo sicuro”.
Occhi e naso ci fanno fermare davanti alla porta di The Ship On The Shore… e abbiamo fatto bene! Diana è attratta da uno starter [antipasto, nei nostri menu] in particolare: si chiama Cullen Skink, ed è una zuppetta di pesce affumicato con porri e patate. Io e Mirko scegliamo di dividerci un antipasto a base di pollo e bacon affumicato… scopriremo poi essere un paté, e del pollo c’era solo il fegato! Studiate l’inglese, studiatelo!! 🤣

Poco male, non siamo amanti delle frattaglie ma hey! abbiamo deciso che questa volta avremmo trovato il coraggio di assaggiare il piatto nazionale, l’haggis, e quindi iniziare per gradi con questo paté va bene dai!

A seguire, fish&chips e filetto di salmone alla piastra con patate. OT-TI-MO!! 😋

Dopo aver mangiato con calma, anche per riposare un po’ i zampetti, salutiamo la carinissima cameriera e torniamo all’aria aperta per proseguire e arrivare all’area portuale: vogliamo vedere, seppur solo da fuori, il Royal Yacht Britannia, il famoso panfilo della famiglia reale.
Dopo quattro decenni di fedele servizio, di viaggi politici e di piacere, di trasporto non solo della Royal Family ma anche di importanti figure straniere, nel 1997 [se non erro!] è andato in pensione e successivamente ormeggiato permanentemente proprio qui all’Ocean Terminal di Leith.

Peccato che, a causa di lavori in corso, ci siano altissime e lunghissime strutture che bloccano la visuale… oh, in questa vacanza siamo sempre più fortunati eh?! 😒

Pazienza, vedremo nei prossimi giorni se tornare ed entrare a vederlo.

Torniamo indietro, verso il centro di Leith, alla ricerca di un bus che ci riporti su Princes Street.
Devo dire una cosa sul pagamento del biglietto del bus: premesso che non ne abbiamo presi tantissimi, la metà delle volte abbiamo pagato comodamente con la carta di credito [il conducente si occupa dell’incasso tramite carta o contanti, rilasciando poi il ticket cartaceo] mentre altre volte non veniva accettata ed erano quindi necessarie le monete… insomma, qualcosina nel portafoglio ci vuol sempre!

Eccoci sul bus, poche fermate e ci ritroviamo a ri-ammirare i giardini di Princes Street. Ma il tempo volge al peggio, così decidiamo di tornare in hotel… e inizia a piovere! Prima pianino, quella pioggerella leggera e finissima che però si infila ovunque e ti fa tirare fuori il k-way, poi [e fortunatamente siamo già a metà strada] parte il diluvio universale!
Soccia quant’acqua!!! 🌧

Arriviamo sulla soglia dell’hotel fradici fino alle “non-si-dice” e tentiamo inutilmente di scrollarci di dosso la maggior parte dell’acqua per non allagare la hall. Dopo qualche minuto desistiamo e, con passi lunghi e ben distesi, ci infiliamo in ascensore.
Appena in camera, via tutto e doccia calda!!!

Passato l’acquazzone, io e Mirko andiamo in “missione cena” al Tesco per altri simpatici tramezzini, acqua e un paio di birre [che ci meritiamo!].

6 agosto 2020
Oggi per colazione lascio i panini agli altri due e provo il porridge. Nella mia ignoranza in materia prendo l’avena confezionata, ci metto dentro l’acqua calda, richiudo la confezione per i minuti indicati e poi assaggio… sì certo, potevo arrivarci anche prima che così da sola non fosse granché eh! Al di là del sapore, che non mi dispiace, è la consistenza collosa a non convincermi molto… va beh, quando poi torno a casa ritento cercando qualche ricettina e qualche “trucco” per gustare al meglio quella che ho sempre sentito dire essere un’ottima colazione!

La giornata è splendida! Il cielo è di un intenso blu e non c’è una nuvola a pagarla.
“Gente, oggi si va in alto: Arthur’s Seat!”

Stavolta prendiamo il bus [abbiamo la fermata comodissima a pochi metri dall’hotel!] e ci ritroviamo alla sinistra di Holyrood Palace.
Ne approfittiamo, girandoci attorno per dirigerci verso la collina, per sbirciare all’interno… la casa della “Betty” non è niente male eh!!

Ci fermiamo un secondo davanti ai cancelli di ingresso per dare un’occhiata agli orari di apertura: vorremmo proprio riuscire a visitare il palazzo ma soprattutto le rovine dell’abbazia che sono, come si suol dire, “tanta roba”!

Proseguiamo e imbocchiamo Queen’s Drive verso sinistra, per salire dal lato del St Margaret’s Loch e delle rovine della Saint Anthony’s Chapel.

Le rovine sono sempre affascinanti e ci fermiamo per qualche scatto anche perché, già da qui, inizia a vedersi un panorama interessante!

Seguiamo il sentiero sterrato, affiancato da erba verdissima, fiori colorati e tantissima erica meravigliosamente viola!

Ecco che adesso c’è lo strappettino finale: siamo abituati alle camminate in montagna [durante le nostre usuali vacanze] con salite e discese, tratti impegnativi dove la salita “tira”, e qui pensavo fosse una passeggiata. Beh certo non è come la Cengia Martini, in salita al Lagazuoi [che non ho mai fatto perché potrei morire lì], però devo ammettere che l’ultimo pezzo tira un po’, almeno per me, e per non sputare un polmone [passatemi il francesismo 😅] mi fermo un attimo e ne approfitto per farmi gli occhi mentre tento di tornare di un colore umano [la mia faccia è rosso fluo!].

Siamo poco sotto la sommità e già c’è una visuale a 360°… è tutto meraviglioso, non saprei trovare altro aggettivo: la città, i prati verdissimi… Ma ciò che mi lascia senza parole è il contrasto tra il verde brillante della natura e l’azzurro etereo del mare.
Quel Mare.
L’unico mare che mi sia mai interessato vedere… il Mare del Nord! 😍

Mirko e Diana mi guardano e se la sghignazzano… maledetti! Ok dai, ce la posso fare, ripartiamo!

L’ultimo strappo ed eccoci arrivati sulla cima. Ci sediamo sulla roccia, beviamo un [bel] po’ d’acqua fresca, scambiamo sorrisi e saluti alle altre persone che come noi hanno approfittato di questa giornata fantastica per godersi sole e panorama.

Ci accorgiamo che c’è anche un altro amico, poco distante da noi, che si guarda attorno sereno… il mitico gabbiano!
Naturalmente ci scappano altre foto, mentre Diana e Mirko tirano fuori un sacchettino di frutta secca per uno spuntino veloce.
Immortalo Mr Seagull e mi attrae tantissimo, là in lontananza, un’area di abitazioni fitte fitte e tutte identiche: sembra un pattern! Fantastico!

Restiamo qui per sempre? Non solo qui, sull’Arthur’s Seat, nel cuore dell’Holyrood Park, ma qui a Edimburgo… siamo qui da pochi giorni e, nonostante ne abbiamo davanti altri, sento già avanzare la tristezza di dover lasciare la Scozia.

Ok, ok, basta. Mi scrollo di dosso questo pensiero e, assieme alla mia famiglia, inizio la discesa. Prendiamo un altro sentierino, così per cambiare un po’, che scende sempre dallo stesso lato del parco da cui siamo saliti.
“Aspettate un attimo vah, che voglio fare un altro paio di foto”
E così 5 o 6 volte durante la discesa… Mirko mi sta un po’ odiando! 😂

Eccoci di nuovo giù, a rifare l’occhiolino al palazzo di Holyrood…
Riprendiamo il Royal Mile e passeggiamo con calma guardando i negozi appuntandoci mentalmente quelli interessanti per una visita successiva.

Ci fermiamo davanti alla Tolbooth Tavern, ma sembra chiusa. Ahhh che peccato! Speravo di pranzare proprio qui!! Merita una sosta comunque, perché è davvero un edificio stupendo. Mi fermo per uno scatto all’orologio…

Poco più avanti ci infiliamo in Sibbald Walk e sbuchiamo a fianco di Loudons, un bar-ristorante moderno e carino da cui sbuca prontamente un cameriere che ci fa accomodare in un tavolino all’aperto. Il menu ha qualche tendenza fusion e ci lasciamo tentare da un paio di piatti unici con mix di carne e verdure speziato e profumatissimo. Diana va sul sicuro con un paninozzo! 😁

Mangiamo con calma, chiacchierando spensierati mentre ci riposiamo le gambe, quando Mirko ci chiede se vogliamo tornare su a Calton Hill. “L’altra volta ci siamo stati di sera, era buio, sarebbe bello tornarci di giorno, no?”

Diana sgrana gli occhi come a dire “prego?? altra salita? no grazie” e io, da anziana dentro quale sono, mi schiero dalla sua parte. “Non so se ce la faccio, anche perché vorrei fare una vasca ai giardini di Princes Street dato che non li abbiamo girati per intero… soprattutto vorrei vedere dal vivo quella casetta bellissima che c’è! Vai tu, e prenditi la reflex. Noi nel frattempo andiamo con calma verso i giardini e poi ci rivediamo lì, sotto il monumento a Walter Scott, ok?”

Così ci dividiamo, dandoci appuntamento dopo circa un’oretta.

Io e Diana, mano nella mano, riprendiamo il Royal Mile e ci accorgiamo di avere, dopotutto, un buon passo. “Dianella, facciamo un piccola deviazione e andiamo a salutare Bobby? Con i tour organizzati dei prossimi giorni, sai mai che non si faccia in tempo…”
Deciso! Poco prima di St Giles, ci infiliamo a sinistra nel Old Fishmarket Close [dove salutiamo con la manina la vetrina di Scozia Tour] per poi prendere a destra su Cowgate e di nuovo a sinistra su George IV Bridge. Sempre dritto ed ecco che appare la statua di Greyfriars Bobby, il famoso e dolcissimo cagnolino. Non c’è nessuno al momento, così ci prendiamo il tempo di salutarlo e toccargli il nasino esprimendo il desiderio di tornare a trovarlo presto.

“Mamma! Mentre andiamo verso il parco, ritorniamo a vedere i negozi di Harry Potter?”
Vuoi dirle di no? Ma certo!

Giriamo attorno a Bobby e prendiamo Candlemaker Row per arrivare dritte dritte ai piedi di Victoria Street che risaliamo fermandoci a guardare le vetrine.

Eh sì… siamo proprio delle appassionate! Ci sono alcune riproduzioni che ci fanno letteralmente impazzire: le bacchette, la Nimbus 2000, le cravatte e i golfini con i colori e gli stemmi delle 4 case e… uh guarda! Il peluche di Edvige non è bellissimo? 🤩

Compreremmo tutto tutto tutto… ma sfortunatamente [o per meglio dire fortunatamente per il portafoglio!] il negozio è chiuso e ci accontentiamo della vetrina.

“Ok, adesso è proprio tempo di raggiungere il monumento a Scott, che mi sa sia già in arrivo papà”

Eccoci… il monumento a Walter Scott è davvero magnifico: alto una sessantina di metri, in stile gotico-vittoriano, con la parte centrale che si erge in una punta lunghissima. La pietra scura della costruzione contrasta con il marmo bianco della statua dello scrittore posizionata nella parte bassa del monumento, sotto la volta.

Puntuale come un orologio svizzero, ecco Mirko che ci raggiunge.
Scendiamo la scala e ci immergiamo nel verde dei giardini, passeggiando sul vialetto e immortalando la bellezza lussureggiante degli alberi sopra i quali spuntano le scure sommità dei palazzi della Old Town.

Ce la prendiamo davvero comoda, una bella passeggiata nel verde delle due parti dei giardini. Oltrepassata la National Gallery of Scotland, scendiamo nella parte ovest del parco a fianco del glorioso Floral Clock, una grande e superba composizione floreale, e… eccola la vedo!
Vedo il tetto! La bellissima casetta che ho visto in centinaia di foto: Gardener’s cottage o, come recita la targa sul cancellino, “Great aunt Lizzie’s” … Che poi io me la immagino questa prozia Lizzie: anzianotta e non tanto alta, col capello corto, grigio/bianco e leggermente mosso, con gli occhialini e magari una cuffietta, immancabilmente vestita in tartan e sorridente. Indaffarata nel suo giardino o a sfornare scones e shortbread a volontà…

Ok la smetto!

Ci fermiamo ad ammirare prima e fotografare poi, per proseguire nella nostra splendida passeggiata che ci riporta ai piedi della Ross Fountain.

Agguantiamo una panchina così, mentre approfittiamo dell’aria fresca, Mirko ci fa vedere le foto che ha fatto su a Calton Hill prima di riprendere la via di “casa”.

Mhmm un momento! E se facessimo un girettino a vedere i negozi di Princes Street? Uno dei k-way di ieri lo abbiamo cestinato [definirlo “usa e getta” è un eufemismo… andrebbe gettato prima di usarlo!] e quasi quasi mi farei un regalino utile!

Attraversiamo la strada e buttiamo un’occhio alle varie vetrine, finché ecco un negozietto interessante: Mountain Warehouse. E già partiamo bene, perché approfitto spudoratamente degli sconti per una giacca tecnica che andrà benissimo anche per le vacanze in montagna. Che spettacolo di negozio! Non solo trovo la giacca perfetta, è anche del mio colore preferito: ottanio, o verde petrolio che dir si voglia. 😍

Felice come una bambina, recupero la family e prendiamo [stavolta per davvero] la via dell’hotel. Non vedo l’ora di farmi una bella docciona!


… il viaggio continuerà nella seconda parte… stay tuned!

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